
I vantaggi ambientali ed economici di abbandonare il ferro da stiro (www.centrostudifinanza.it)
In Italia, stirare il bucato è una pratica consolidata ma nel resto d’Europa è comune non possedere nemmeno il ferro da stiro.
Smettere di stirare si può e rappresenta un gesto importante per la tutela dell’ambiente, della propria salute e del proprio bilancio familiare. Scopriamo insieme perché abbandonare questa abitudine può essere una scelta vantaggiosa sotto molteplici aspetti.
Il primo beneficio di dire addio al ferro da stiro riguarda il risparmio energetico. Secondo i dati dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, un’ora di stiratura consuma circa 1 kWh di energia elettrica. Moltiplicando questo consumo per le numerose sessioni di stiro annuali, si ottiene un impatto significativo in termini di consumo energetico. Ridurre l’uso del ferro da stiro significa quindi contribuire concretamente alla diminuzione dell’inquinamento e alla lotta contro i cambiamenti climatici.
Dal punto di vista economico, il risparmio è altrettanto rilevante. Un ferro da stiro con potenza intorno ai 1200W consuma circa 20 centesimi di euro all’ora, ma i modelli più potenti (fino a 2000W) possono arrivare a costare fino a 60 centesimi per ora di utilizzo, specialmente con tariffe elettriche più elevate. Considerando che una persona media stira circa due ore a settimana, il costo annuo può superare i 20 euro solo in energia, senza contare l’acquisto e la manutenzione dell’apparecchio, che può arrivare a 100 euro nel tempo. Se si ricorre a un servizio di stiratura, il costo aumenta ulteriormente, con tariffe che aggiungono 8-10 euro a sessione.
Benefici per la salute e riduzione dei rifiuti domestici
Smettere di stirare apporta evidenti vantaggi anche per la salute. La postura assunta durante la stiratura è spesso causa di dolori muscolari alla schiena, alle spalle e alle braccia, soprattutto quando si affrontano grandi quantità di bucato in una sola volta. Evitare questa attività significa risparmiare fatica al proprio corpo e ridurre lo stress, un fattore riconosciuto come dannoso per il benessere psicofisico.
Inoltre, si riduce la produzione di rifiuti legati all’uso di prodotti come appretto e acqua distillata, normalmente venduti in contenitori di plastica o aerosol con gas inquinanti. Limitare l’uso di questi articoli significa ridurre l’impatto ambientale legato allo smaltimento e alla produzione di imballaggi.

Chi decide di rinunciare alla stiratura non deve necessariamente rinunciare a indossare capi dall’aspetto curato. Ecco alcune strategie efficaci per mantenere i vestiti in ordine senza passare dal ferro da stiro:
- Scegliere tessuti naturali meno inclini alle pieghe, come cotone di qualità, lino trattato o fibre miste.
- Estrarre il bucato appena terminato il ciclo di lavaggio per evitare che i capi si accumulino stropicciandosi.
- Scuotere energicamente i panni prima di stenderli e stenderli senza mollette, appoggiandoli in modo ordinato.
- Appendere camicie sulle grucce, allacciando i bottoni e distendendo il tessuto con le mani per evitare pieghe eccessive.
- Risvoltare i capi prima di stenderli per aiutare le fibre a distendersi naturalmente.
- Per tessuti come asciugamani e spugne, può essere utile arrotolare e premere i capi su una superficie piana per mantenerli morbidi senza la necessità di stirarli.
- Sostituire l’ammorbidente con acido citrico, un prodotto economico ed ecologico che evita l’effetto “scrub” su alcuni tessuti.
- Se si utilizza l’asciugatrice, ritirare immediatamente i panni appena finito il ciclo, sfruttando il calore residuo per eliminare le pieghe a mano.
In caso di necessità, è possibile ridurre al minimo la stiratura concentrandola su pochi capi selezionati. Ad esempio, evitare di stirare lenzuola, biancheria intima o strofinacci da cucina, dedicandosi solo a collo e polsini delle camicie, specialmente durante i mesi invernali quando sono coperti da giacca e cappotto.