
Cosa cambia per la TARI - centrostudifinanza.it
Questi esempi mettono in luce le complesse sfide che i Comuni marchigiani devono affrontare nella gestione della tassa sui rifiuti.
Il Comune di Fano annuncia una svolta significativa nella gestione della tassa sui rifiuti (Tari), con la decisione di azzerare gli aumenti previsti e di valutare il ritorno dei cassonetti nel centro storico, una scelta che mira a ottimizzare il servizio di raccolta e contenere i costi per cittadini e imprese.
La giunta guidata dal sindaco Luca Serfilippi ha deciso di evitare l’aumento del 17% della Tari per le famiglie, previsto inizialmente, e di limitarlo al 3,75% per le attività commerciali. Questa decisione è stata possibile grazie all’impiego di 1,5 milioni di euro dell’avanzo vincolato del bilancio comunale, fondi originati dal recupero Tari di cinque anni fa.
Stop agli aumenti Tari grazie all’avanzo di bilancio
L’assessore ai Tributi, Alberto Santorelli, ha sottolineato come questa mossa rappresenti un intervento straordinario che però non potrà essere replicato negli anni a venire.
Il sindaco Serfilippi ha evidenziato che l’aumento del 17% era stato inserito nel bilancio 2024 sia da Aset che da Marche Multiservizi, e che l’attuale amministrazione ha dovuto “erodere” l’avanzo residuo del Comune, ora sceso a circa 700mila euro, per evitare la stangata ai cittadini. In vista del futuro, è stata avviata una revisione generale della Tari e del servizio di igiene urbana, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza senza compromettere la qualità.
Il ritorno dei cassonetti nel centro storico: ispirazione da Ascoli Piceno
Tra le novità in programma vi è la possibile reintroduzione di cassonetti di colore marrone a basso impatto visivo nel centro storico, soluzione già adottata con successo ad Ascoli Piceno. Questa iniziativa richiederà l’autorizzazione della Soprintendenza, ma è parte di una più ampia strategia di riorganizzazione della raccolta rifiuti, che include anche la modifica degli orari di raccolta nelle zone del mare e del centro.

L’amministrazione si sta inoltre confrontando con i Comuni limitrofi, come Mondolfo e Colli al Metauro, per valutare la possibilità di estendere o migliorare i servizi di igiene ambientale, puntando soprattutto a economie di scala per contenere i costi del personale, voce che incide particolarmente sulla Tari.
L’assessore Santorelli ha ricordato che la richiesta di aumento della Tari del 17% è stata una “patata bollente” ereditata dalle precedenti amministrazioni, con una lettera firmata dall’allora presidente di Aset Paolo Reginelli e dal presidente di Marche Multiservizi Mauro Tiviroli inviata all’Ambito territoriale per sollecitare l’aumento. Per evitare che questa situazione si ripeta, è stato dato mandato agli uffici comunali e ad Aset di proporre modifiche sulle premialità ai dirigenti, legandole al mantenimento invariato del costo del servizio di igiene ambientale a parità di efficienza.
Differenze e novità nella Tari di altre città: il caso Ancona e Fabriano
Mentre Fano riesce a bloccare gli aumenti Tari, altre realtà marchigiane come Ancona e Fabriano segnalano situazioni diverse. Ad Ancona, l’assessore al bilancio Giovanni Zinni ha confermato un incremento della Tari tra il 3% e il 4% per il biennio 2024-2025, dovuto a vincoli stabiliti dall’Arera e all’adeguamento dei costi del ciclo integrato dei rifiuti. Il Comune ha comunque previsto agevolazioni per famiglie a basso reddito e per studenti fuori sede, ma la situazione resta di pressione sui contribuenti.
A Fabriano, invece, il Comune prevede di incassare oltre 5,5 milioni di euro dalla Tari nel 2025, includendo aumenti non fatturati negli anni precedenti. Qui gli aumenti sono stati distribuiti su più anni a causa di una rimodulazione del Piano economico finanziario di AnconAmbiente. Per mitigare l’impatto, l’amministrazione ha stanziato contributi per riduzioni Tari basate su fasce Isee, con sgravi particolarmente consistenti per le fasce più basse e per famiglie numerose.