
I controlli dell'Agenzia delle entrate sui lavori in casa - (centrostudifinanza.it)
L’Agenzia delle Entrate intensifica i controlli sulle modifiche effettuate agli immobili. Ecco quali sono i lavori “sospetti”
I controlli saranno sempre più intensi, con particolare attenzione alle opere che possono comportare un incremento della rendita catastale e, di conseguenza, un aumento delle imposte come IMU, TARI e altre tasse locali. La ristrutturazione della casa, infatti, non riguarda solo l’aspetto estetico o funzionale, ma anche quello fiscale, spesso sottovalutato dai proprietari.
L’attenzione dell’Agenzia delle Entrate è dunque rivolta a evitare elusioni e a garantire una maggiore equità fiscale, sfruttando le potenzialità della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale. La regolarizzazione delle opere e delle pertinenze diventa quindi un passaggio essenziale per evitare sanzioni e adeguamenti imprevisti.
Ristrutturazioni e dichiarazioni obbligatorie: attenzione all’impatto fiscale
Dopo ogni intervento di ristrutturazione è obbligatorio dichiarare tutte le opere realizzate. Anche se alcune migliorie non comportano un’imposta immediata, possono però influire sul valore catastale dell’immobile. L’Agenzia delle Entrate si avvale sempre più di strumenti avanzati di intelligenza artificiale e dell’integrazione di sistemi informativi per migliorare l’efficienza del sistema catastale e contrastare l’elusione fiscale.

La trasformazione digitale del catasto, che si completerà con la riforma attesa per il 1° gennaio 2026, punta a una classificazione più accurata degli immobili, basata su dati aggiornati e confrontati con i valori di mercato attuali. Ciò significa che la vecchia rendita catastale, spesso obsoleta e non rappresentativa della reale consistenza e posizione dell’immobile, sarà progressivamente sostituita da una rendita attualizzata, più aderente al valore di mercato.
Un esempio emblematico di come una modifica alla casa possa incidere sulle tasse è la costruzione di una piscina. In Italia, a differenza di altri Paesi europei, la piscina non è considerata un bene di lusso e quindi non è soggetta a una tassazione specifica. Tuttavia, la sua realizzazione aumenta inevitabilmente il valore dell’immobile e, di conseguenza, la rendita catastale.
Le piscine sono comunemente associate a ville di pregio o abitazioni signorili (categorie catastali A/1, A/7, A/8), già soggette all’IMU anche se utilizzate come abitazione principale. Ma anche in immobili di categoria più ordinaria, come quelli classificati A/2, la costruzione di una piscina interrata può far crescere la rendita catastale dal 10% al 20%. In taluni casi, questo incremento può persino determinare il cambio di categoria catastale dell’immobile, qualificandolo come “di lusso” e facendo scattare l’obbligo di versamento dell’IMU anche sulla prima casa.
Le pertinenze rappresentano quegli spazi o strutture legati all’immobile ma non facenti parte della costruzione principale. A seconda della funzione, rientrano in diverse categorie catastali:
- C/2: cantine, soffitte, magazzini;
- C/6: autorimesse, scuderie;
- C/7: tettoie, aperte o chiuse.
Ai fini dell’IMU, si possono considerare al massimo tre pertinenze, purché appartenenti a categorie catastali differenti. Per esempio, due garage contano come una sola pertinenza ai fini dell’esenzione IMU. È importante sottolineare che la pertinenza non deve essere necessariamente collegata fisicamente all’abitazione per essere riconosciuta come tale: un garage distante, ma utilizzato stabilmente insieme all’immobile, viene comunque considerato pertinenza.
Il nuovo sistema determinerà un impatto significativo sul calcolo della base imponibile per le imposte immobiliari. L’aggiornamento della rendita catastale secondo valori di mercato più attuali potrà comportare aumenti delle tasse per molti proprietari, soprattutto per chi ha effettuato modifiche non dichiarate o sottovalutate.