
Nuova stangata per i pensionati: chi dovrà restituire i soldi all'Agenzia delle Entrate - Centrostudifinanza.it
Non solo il TFR, altri problemi in vista per i pensionati: arriva un nuovo controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate.
La chiusura di un rapporto di lavoro sembra spesso segnare un confine netto, soprattutto quando arriva il momento di incassare il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) o il Trattamento di Fine Servizio (TFS).
Tuttavia, per molti pensionati, questa fase si rivela solo un’apparente fine, poiché l’Agenzia delle Entrate può richiedere un conguaglio fiscale anche a distanza di mesi dal pagamento, scatenando un nuovo onere economico inatteso.
L’impatto del conguaglio fiscale su TFR e TFS: cosa sapere
Il TFR e il TFS sono soggetti a una tassazione particolare, diversa da quella ordinaria applicata sui redditi annuali. Al momento della liquidazione, l’ente erogatore, spesso l’INPS per i dipendenti pubblici, trattiene una ritenuta fiscale provvisoria pari al 23%. Questa però non è l’imposta definitiva. L’Agenzia delle Entrate, infatti, effettua in un secondo momento un ricalcolo fiscale utilizzando le aliquote IRPEF medie dei due anni precedenti la liquidazione, per verificare se la trattenuta corrispondente al 23% sia sufficiente. Se i redditi percepiti in quegli anni erano elevati, l’aliquota effettiva potrebbe superare il 23%, costringendo il pensionato a versare una differenza, a titolo di conguaglio.
Per esempio, in caso di un TFR di 30.000 euro con una trattenuta iniziale di 6.900 euro, un’aliquota media del 27% comporterebbe un ulteriore pagamento di circa 1.200 euro. Tale somma non rappresenta una sanzione ma il saldo del dovuto fiscale calcolato con criteri di legge specifici, spesso notificato anche mesi dopo l’erogazione. Il rischio di dover corrispondere un conguaglio rialza le sue probabilità soprattutto per chi ha avuto redditi medio-alti negli anni che precedono il pensionamento. Manager, dirigenti pubblici, quadri aziendali e professionisti che hanno mutato il proprio regime fiscale solo dopo il pensionamento figurano tra i contribuenti più coinvolti.
Più elevato è stato il reddito, maggiore è la probabilità che la ritenuta del 23% non copra interamente l’imposta definitiva. Anche i ritardi nella liquidazione incidono sull’importo del conguaglio. Quando il TFR o il TFS vengono erogati molto tempo dopo la cessazione del rapporto di lavoro, la variazione delle aliquote IRPEF applicabili può determinare un aumento del saldo fiscale. Per chi percepisce il TFS, previsto per i dipendenti pubblici, la normativa e il meccanismo di ricalcolo rimangono analoghi a quelli del TFR.

Al contrario, chi ha percepito redditi più modesti o liquidazioni contenute difficilmente riceverà richieste significative da parte dell’Agenzia delle Entrate. L’ente fiscale, infatti, di norma non invia cartelle esattoriali per importi inferiori a 12 euro. Tuttavia, in alcune situazioni eccezionali, anche somme inferiori sono state notificate, soprattutto se il contribuente ha altri debiti fiscali in corso. Ricevere un avviso bonario o una comunicazione di conguaglio può generare confusione e preoccupazione, ma è importante ricordare che non si tratta di un errore amministrativo né di una sanzione ingiustificata. La richiesta è il frutto di un sistema fiscale che considera il TFR come un reddito speciale, con un proprio metodo di tassazione separata.
Chi si trova ad affrontare un conguaglio ha la possibilità di gestire la situazione con consapevolezza. L’Agenzia delle Entrate permette infatti di rateizzare il pagamento dell’importo dovuto, alleviando così l’impatto economico immediato. Inoltre, è possibile contestare gli importi richiesti qualora si ravvisassero errori o incongruenze nel calcolo, presentando ricorso secondo le modalità previste dalla legge. La conoscenza di queste dinamiche fiscali è fondamentale per non essere colti alla sprovvista e per affrontare con serenità eventuali comunicazioni da parte dell’ente fiscale.
La tassazione separata del TFR e del TFS, pur essendo una norma consolidata, continua a rappresentare una scommessa di comprensione per molti pensionati, ai quali si consiglia di rivolgersi a esperti fiscali per una corretta interpretazione e gestione della pratica. La gestione fiscale del TFR e del TFS è un aspetto che richiede attenzione anche dopo il termine del rapporto di lavoro, soprattutto per chi ha avuto redditi elevati o ha atteso a lungo il pagamento della liquidazione. Restare informati e preparati è la migliore difesa contro eventuali sorprese economiche legate al conguaglio fiscale.