
Dramma per le famiglie: bonus da restituire - (centrostudifinanza.it)
Restituire il bonus? È quello che sta succedendo a numerosissime famiglie. Ecco il controverso scenario dopo le richieste INPS
L’INPS ha notificato a numerosi nuclei familiari della zona una richiesta di restituzione del Bonus, motivata da presunte “indebite percezioni”. Secondo l’Istituto previdenziale, alcune domande di contributo sarebbero state presentate con irregolarità documentali o riguarderebbero l’utilizzo di strutture non convenzionate o non riconosciute a livello territoriale. Tuttavia, le famiglie coinvolte contestano fermamente tali accuse, sottolineando di aver seguito scrupolosamente l’iter amministrativo previsto.
Al momento, l’INPS non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito alla vicenda, mantenendo un silenzio che alimenta ulteriormente la preoccupazione delle famiglie coinvolte.
Le richieste di rimborso: il caso
Un nuovo e preoccupante scenario si sta delineando per decine di famiglie nella provincia di Salerno, in particolare nel piccolo comune di Altavilla Silentina, a causa della richiesta da parte dell’INPS di restituzione del Bonus asilo nido. Questo contributo, nato come misura di sostegno economico alle famiglie per la frequenza degli asili nido, si sta trasformando in un pesante onere finanziario, con importi richiesti che superano in alcuni casi i 10.000 euro e termini di rimborso fissati entro 30 giorni dalla notifica.

Qualcuno ha ricevuto una richiesta di restituzione pari a circa 1.800 euro. Molti cittadini si trovano ora di fronte a un esborso economico sproporzionato e, come indicato dallo stesso INPS, l’unica possibilità sarebbe quella di rivalersi successivamente su eventuali “responsabili” ancora da identificare. Questo meccanismo scarica così una responsabilità collettiva su singoli individui, creando un clima di forte disagio sociale ed economico.
Il contributo, concepito per supportare la natalità e favorire il lavoro femminile, rischia di trasformarsi in un vero e proprio boomerang per le famiglie altavillesi e di tutta la provincia di Salerno. Da qui l’idea di un possibile ricorso collettivo, una class action contro l’INPS che punti a riaffermare il principio della buona fede e a chiedere una moratoria immediata sulle richieste di rimborso. Le famiglie sollecitano inoltre l’istituzione di un tavolo tecnico-giuridico per chiarire le responsabilità nella gestione delle pratiche, temendo che il caso locale possa innescare un effetto domino a livello nazionale.
Il Bonus asilo nido, istituito dalla legge n. 232/2016 (articolo 1, comma 355), è un contributo economico destinato alle famiglie con figli sotto i tre anni che frequentano asili nido pubblici, privati autorizzati o che necessitano di assistenza domiciliare per gravi patologie croniche. La misura mira a sostenere la natalità e l’occupazione femminile, erogando importi variabili in base all’ISEE minorenni e alla data di nascita del bambino.
Nel dettaglio, per il 2025 gli importi spettanti sono i seguenti:
- Bambini nati dall’1 gennaio 2024:
- 3.600 euro annui (erogati in dieci rate da 327,27 euro e una da 327,30 euro) con ISEE minorenni valido fino a 40.000 euro;
- 1.500 euro annui (erogati in dieci rate da 136,37 euro e una da 136,30 euro) in assenza o con ISEE superiore a 40.000 euro.
- Bambini nati prima dell’1 gennaio 2024:
- 3.000 euro annui con ISEE minorenni fino a 25.000,99 euro;
- 2.500 euro annui con ISEE minorenni da 25.001 a 40.000 euro;
- 1.500 euro annui senza ISEE valido o con ISEE superiore a 40.000 euro.
Il bonus è corrisposto mensilmente, fino a un massimo di undici mensilità per anno solare, e non può superare l’importo della retta pagata. È importante evidenziare che il contributo non è cumulabile con le detrazioni fiscali per la frequenza agli asili nido.
Le domande per il Bonus devono essere presentate entro il 31 dicembre dell’anno di riferimento, tramite il portale online dell’INPS o attraverso gli istituti di patronato, con la necessità di una domanda per ogni figlio.