
Installano sistema d'allarme per proteggere la casa, ma nascondono una realtà macabra - centrostudifinanza.it
Un gruppo di occupanti abusivi ha installato un sistema d’allarme nella casa occupata. Il paese è sotto shock, le autorità restano ferme e la comunità teme nuove intrusioni.
A San Miguel de Pedroso, frazione rurale nella provincia di Burgos, si è verificato un episodio che ha messo in allarme l’intera comunità. Un gruppo di occupanti abusivi ha preso possesso di una casa abbandonata e, dopo essersi insediato, ha fatto installare un sistema d’allarme per proteggerla. Un gesto che ha lasciato attoniti i residenti, già preoccupati per l’aumento dei casi di occupazione illegale nella zona. Gli stessi che hanno forzato l’ingresso, oggi difendono l’immobile da potenziali “intrusi”, con tanto di cartello della società di sicurezza ben visibile sul cancello.
Il paradosso ha scatenato reazioni immediate: molti abitanti si dicono preoccupati che le loro proprietà, spesso seconde case o abitazioni non presidiate, possano diventare i prossimi obiettivi. E intanto, chi arriva in paese nei fine settimana viene osservato con sospetto, in un clima sempre più teso e incerto.
L’allarme è per tutti: tra psicosi collettiva e risposte assenti
I nuovi inquilini hanno scelto una casa vuota da vent’anni, in una zona periferica e poco controllata. Una volta dentro, si sono mossi rapidamente: mobilio vecchio lanciato dalle finestre, suppellettili portati dentro e, infine, l’impianto antifurto. Questo dettaglio ha segnato un punto di non ritorno per i residenti. Il gesto ha dato la sensazione che la situazione sia ormai fuori controllo, che il confine tra legalità e abuso sia diventato troppo sottile.

Secondo quanto riportato da alcuni vicini, gli occupanti si muovono con disinvoltura, gestiscono lo spazio come se fosse proprio e si sono perfino allargati al campo adiacente, dove hanno sistemato i cani. Il proprietario legittimo, venuto a conoscenza della vicenda, ha presentato tre denunce presso la Guardia Civil, ma senza alcun risultato concreto. Lo sgombero, almeno per ora, non è arrivato. E nel frattempo cresce il malumore verso le istituzioni, accusate di lentezza e di mancanza di tutela.
Tra formalità negate e spazi dimenticati
Il gruppo ha anche tentato di registrarsi all’anagrafe, senza riuscirci. Un’iniziativa che dimostra la volontà, almeno apparente, di regolarizzare la situazione. Ma per gli abitanti, il tentativo appare solo come un’altra beffa. La vicenda ha riacceso il dibattito sulla gestione delle case abbandonate, tema critico in molti piccoli comuni spagnoli dove immobili dismessi si trasformano in rifugi improvvisati per chi non ha titolo per abitarvi.
Le forze dell’ordine, strette tra limiti normativi e mancanza di strumenti rapidi, si muovono con cautela. Le procedure per intervenire in casi di occupazione abusiva sono complesse, e i tempi lunghi scoraggiano chi cerca risposte rapide. Così, a San Miguel de Pedroso si convive con un nuovo tipo di allarme: non solo quello elettronico, ma quello sociale. Un suono muto, che cresce dentro le case e tra le strade di un paese che, da oggi, si sente meno sicuro.