
Le cifre bomba di Tenerife, è il posto più costoso per l'estate - centrostudifinanza.it
A Tenerife ombrellone e lettino costano solo 8 euro. Un modello che evidenzia il divario con le spiagge italiane, dove i costi balneari raggiungono cifre record.
Nell’estate 2025, mentre in Italia i costi per una giornata al mare continuano a crescere, le spiagge di Tenerife si impongono all’attenzione pubblica per un motivo opposto: accesso gratuito, servizi inclusi e prezzi bassi per lettini e ombrelloni. A sollevare il confronto è stato un video girato da un turista italiano su una spiaggia vulcanica dell’isola, diventato virale in pochi giorni. Il contenuto mostra chiaramente un cartello: 4 euro per un lettino, 4 euro per un ombrellone. Totale: 8 euro. Nessuna maggiorazione, nessun obbligo, e soprattutto nessun ticket d’ingresso.
Chi non ha bisogno di sedute o ombrelloni può semplicemente stendersi sulla sabbia, senza pagare nulla. E anche i servizi di base come docce, bagni pubblici e sorveglianza sono garantiti. Un modello gestionale che agli occhi di molti italiani appare non solo più equo, ma anche più sostenibile. Nelle principali località balneari italiane, i costi possono superare facilmente i 50 euro al giorno tra accesso al lido, parcheggio e servizi aggiuntivi. A Tenerife, con la stessa cifra, ci si resta quasi una settimana.
Un sistema libero ma ordinato: il modello spagnolo e il nodo delle spiagge italiane
Il confronto tra l’organizzazione delle spiagge italiane e quelle delle Isole Canarie non è solo una questione di cifre. Si tratta di due modelli culturali diversi, che riflettono priorità opposte. In Italia, l’accesso libero al mare è spesso relegato a tratti marginali e scarsamente curati. I lidi privati dominano la scena, con prezzi spesso fuori portata per famiglie o giovani. In molte zone, l’unico modo per trovare un tratto di spiaggia gratuito è spostarsi lontano dai centri abitati o accettare condizioni precarie. In Spagna, e in particolare a Tenerife, il principio dell’accessibilità pubblica è centrale. Le spiagge, anche quelle più turistiche, sono pensate come beni comuni: pulite, sicure, accessibili e prive di barriere. I servizi a pagamento – come lettini e ombrelloni – sono disponibili, ma mai obbligatori. E chi non li utilizza non viene penalizzato.

Il sistema funziona anche grazie a una gestione integrata tra amministrazioni locali e imprese, che condividono regole e standard di qualità. Il risultato è un’offerta balneare inclusiva, in cui il mare resta davvero a disposizione di tutti. Non mancano le attività sportive, la vigilanza, gli eventi, ma tutto si sviluppa in un contesto aperto, in cui la spiaggia non è recintata né trasformata in business esclusivo. Un altro elemento chiave è l’assenza di sovrapprezzi per servizi basilari. A Tenerife non si paga per andare in bagno, né per farsi una doccia. Un dettaglio che, nel contesto italiano, rappresenta spesso un ulteriore costo nascosto. Questo insieme di fattori contribuisce a una percezione di qualità e giustizia che ha colpito molti turisti italiani, innescando una riflessione sul modello adottato in patria.
Spiagge pubbliche, natura e cultura: cosa offre davvero Tenerife
Oltre all’aspetto economico, le spiagge di Tenerife offrono una varietà paesaggistica e culturale che le rende uniche nel panorama europeo. Da Playa de las Teresitas, con la sabbia dorata trasportata direttamente dal Sahara, alla nera e suggestiva Playa Jardín, disegnata dall’artista César Manrique, ogni litorale propone un’esperienza diversa. Chi ama l’avventura può dirigersi verso Playa de Benijo, una delle più selvagge dell’isola, dove i faraglioni emergono dall’oceano e le correnti modellano la sabbia. Per chi preferisce gli sport acquatici, El Médano è la meta ideale, con vento costante e spazi dedicati a windsurf e kitesurf.
A differenza di molte località italiane, queste spiagge non sono recintate né trasformate in resort privati. Rimangono spazi vissuti da residenti e turisti in egual misura, con famiglie, surfisti e anziani che condividono lo stesso tratto di costa, senza obblighi di consumo. Il modello Tenerife non solo funziona, ma valorizza il territorio senza escludere nessuno. In un momento storico in cui il turismo italiano fatica a tenere insieme inclusività e redditività, guardare a realtà come quella delle Canarie può aiutare a ripensare il rapporto tra mare, servizi e cittadinanza. E forse, a ridare senso al concetto di spiaggia pubblica.