
In pensione con cinque anni di contributi: ecco come - (centrostudifinanza.it)
Raggiungere i 20 anni di contributi previdenziali è un’impresa. E se vi dicessimo che si può andare in pensione con 5 anni di contributi?
Come vedremo, il sistema contributivo puro, introdotto per i lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995, offre una via concreta anche a chi ha versato solo cinque anni: all’età di 71 anni, è possibile ricevere una pensione di vecchiaia contributiva. Oggi vi forniremo diverse soluzioni. Tuttavia, il consiglio è quello di sempre: pianificate con cura e con il supporto di professionisti del settore, quali commercialisti, consulenti del lavoro e CAF.
Il panorama previdenziale italiano, nonostante la pandemia contributiva, offre percorsi alternativi per garantire un reddito minimo a chi ha versato soltanto cinque anni. La combinazione tra pensione contributiva e assegno sociale, pur modesta, può trasformarsi in una risorsa preziosa, soprattutto se abbinata a scelte geografiche o di riduzione dei costi. Tuttavia, ogni progetto di vita post-pensionamento richiede una pianificazione attenta, considerando i vincoli normativi, i limiti reddituali e, se si valuta l’estero, l’assetto della residenza.
In pensione con 5 anni di contributi
Facciamo un esempio pratico per comprendere meglio: supponiamo di lavorare per cinque anni con uno stipendio lordo annuo di 20.000 €. In questo arco di tempo, si accumulano contributi per circa 33.000 €. All’età di 71 anni, questo capitale viene convertito in pensione con un coefficiente di trasformazione pari al 6,466 %, portando a un reddito lordo annuo di circa 2.133 € (ovvero 177 € al mese). Un importo troppo basso per garantire una vita dignitosa, che richiede misure integrative.

Per colmare questa lacuna, entra in gioco l’assegno sociale, una misura di welfare per gli over 67 con redditi bassissimi. Nel 2025, l’assegno sociale vale circa 538,68 € mensili per 13 mensilità. I requisiti prevedono un reddito personale annuo inferiore a 7.002,84 €, mentre quello coniugale non deve superare 14.005,68 €.
Una volta raggiunti i 70 anni, grazie all’adeguamento periodico, l’importo dell’assegno sociale cresce fino a circa 750 € mensili. È questa la cifra “magica”: la somma tra pensione contributiva e assegno sociale, che consente di vivere – seppur in maniera molto sobria – anche con unicamente 5 anni di contributi.
Per ottenere l’assegno sociale, è necessario essere residenti in Italia da almeno sei mesi e un giorno. Un trasferimento completo all’estero, dunque, richiede valutazioni accurate riguardo la continuità del diritto. Inoltre, occorre un costante monitoraggio dei propri redditi, personali e del nucleo familiare, per mantenersi eleggibili. In alcune zone d’Italia 750 € possono coprire le spese più essenziali, mentre all’estero – in particolar modo nei Paesi dell’Est Europa – è possibile vivere con maggiore serenità economica.