
Cambiano le regole per il regime forfettario: cosa c'è da sapere - centrostudifinanza
Nuove soglie, meno burocrazia e più margine operativo: la riforma fiscale che travolge il Terzo Settore e lo sport dilettantistico.
Nel mondo della P.Iva forfettaria, c’è aria di cambiamento, ma non per tutti: solo per chi opera nel Terzo Settore — in particolare Organizzazioni di Volontariato (ODV), Associazioni di Promozione Sociale (APS) e Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) — perchè si troverà presto a fare i conti con nuove regole che promettono di rivoluzionare il modo in cui si gestiscono le entrate.
A dare una scossa al settore è un decreto legislativo approvato in via preliminare il 22 luglio 2025. Una manovra che, almeno nelle intenzioni del Governo, punta a rendere più snella la vita amministrativa di realtà spesso composte da volontari e operatori non professionisti. Anche se, come ogni novità fiscale, anche questa ha acceso il dibattito tra commercialisti, enti e contribuenti.
Le soglie per accedere e restare nel regime forfettario sono infatti state riviste al rialzo, uniformandosi ai parametri delle partite IVA tradizionali. E se da un lato questo comporta evidenti vantaggi in termini di semplificazione, dall’altro si alza anche il livello di responsabilità per chi dovrà applicare correttamente le nuove regole.
Cosa cambia per ODV e APS
Nel dettaglio, il decreto innalza da 65.000 a 85.000 euro il tetto massimo dei ricavi annui per poter usufruire del regime forfettario. Questo significa che le ODV e le APS potranno incassare fino a 85.000 euro in un anno senza perdere i benefici fiscali collegati al forfait.

Cosa vuol dire, in pratica? Chi rientra nel regime forfettario non è obbligato ad aprire una partita IVA con tutti i suoi adempimenti: niente dichiarazioni IVA, niente liquidazioni trimestrali, niente registratori di cassa obbligatori. Una semplificazione importante per enti non profit spesso gestiti da volontari. Il nuovo limite, inoltre, si allinea perfettamente con quello previsto per i professionisti con partita IVA individuale che aderiscono al forfettario, creando così un sistema più omogeneo e coerente a livello nazionale.
La norma diventerà operativa dal 1° gennaio 2026. Questo dà tempo agli enti del Terzo Settore per organizzarsi e, se necessario, adattare i propri bilanci. È importante però che le ODV e le APS inizino fin da ora a pianificare le proprie attività economiche in vista della soglia aumentata, per evitare errori o sforamenti futuri. Ma non finisce qui. Novità in arrivo anche per le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD). Il decreto prevede l’aumento a 400.000 euro della soglia massima per usufruire del regime agevolato previsto dalla legge 398/1991. Questo regime consente alle ASD di determinare il proprio reddito imponibile calcolando solo una piccola parte dei proventi derivanti da attività commerciali: il 3%, per la precisione.
In parole semplici: se un’associazione sportiva incassa 100.000 euro da sponsorizzazioni o biglietti, ai fini fiscali dovrà dichiarare solo 3.000 euro come reddito tassabile. Questo meccanismo, mantenuto e rafforzato con le nuove soglie, continua a sostenere concretamente lo sport di base. Il viceministro all’Economia Maurizio Leo ha sottolineato l’intento della riforma: ridurre il peso della burocrazia e favorire chi opera nel sociale o nello sport senza fini di lucro. Tuttavia, resta da capire come queste norme saranno recepite nella pratica. Per gli enti, infatti, si aprono nuove opportunità ma anche nuove responsabilità.