
Caldo estremo: un fattore di stress per mente e corpo (www.centrostudifinanza.it)
Le ondate di caldo estremo che stanno investendo l’Italia non provocano solo disagi fisici ma anche sulla salute mentale.
Sempre più ricerche scientifiche dimostrano come le alte temperature peggiorino significativamente ansia, depressione e altri disturbi psichici, influenzando negativamente anche chi fino a quel momento godeva di un buon equilibrio psicologico.
Il nostro organismo, per mantenere una temperatura corporea stabile, attiva meccanismi complessi quali la sudorazione e la vasodilatazione. Durante le ondate di caldo, queste risposte si intensificano, causando affaticamento, disidratazione, riduzione della capacità di concentrazione e insonnia. Questi sintomi fisici si ripercuotono inevitabilmente sul benessere psicologico, aggravando irritabilità, nervosismo e sbalzi d’umore, soprattutto quando il riposo notturno è compromesso.
La dottoressa Beatrice Casoni, psichiatra presso il Poliambulatorio Medico Odontoiatrico Erresse di Ferrara, sottolinea come il caldo estremo sia «un fattore di rischio spesso sottovalutato per il benessere mentale, capace di influenzare non solo chi ha già una diagnosi psichiatrica, ma anche persone sane». Secondo la sua esperienza, è cruciale riconoscere questo legame per adottare strategie concrete di prevenzione durante i mesi più caldi.
Il legame scientifico tra alte temperature e disturbi mentali
Un importante studio pubblicato su JAMA Psychiatry, rivista di riferimento per la psichiatria, ha evidenziato un aumento dei ricoveri per disturbi dell’umore durante i periodi di caldo intenso. Le alte temperature alterano la produzione di serotonina, interferiscono con i ritmi circadiani e peggiorano la qualità del sonno, fattori che contribuiscono all’aggravamento di sintomi depressivi e ansiosi.
Ulteriori dati indicano che il rischio è particolarmente elevato per chi soffre già di disturbi psichiatrici, soprattutto perché alcuni farmaci antidepressivi e antipsicotici possono compromettere la termoregolazione corporea, riducendo la sudorazione e la vigilanza, con un aumento del rischio di scompenso in condizioni di caldo estremo.
Il caldo amplifica anche i sintomi fisici tipici dell’ansia, come tachicardia, senso di oppressione toracica, respiro affannoso e sudorazione, generando un circolo vizioso: queste sensazioni possono scatenare paura di un imminente attacco di panico, innescando un ulteriore stato di allerta e attivazione fisiologica. La riduzione delle attività sociali e del tempo trascorso all’aperto, frequente nelle giornate più calde, aumenta inoltre il senso di isolamento e frustrazione, soprattutto tra chi vive da solo.

Secondo la dottoressa Casoni, le categorie più a rischio per gli effetti psicologici del caldo sono:
- Gli anziani
- Chi vive da solo o in abitazioni senza aria condizionata
- Persone con disturbi psichiatrici pregressi
- Bambini e giovani adulti
Nonostante ciò, anche soggetti in buona salute mentale possono manifestare irritabilità, affaticamento, calo dell’umore e una ridotta capacità di affrontare lo stress quotidiano durante le ondate di calore. Uno studio statunitense pubblicato su Environmental Health Perspectives nel 2022 ha rilevato un aumento dell’8% degli accessi al pronto soccorso per motivi psichiatrici nei giorni più caldi rispetto a quelli più freschi.
Per tutelarsi, è fondamentale adottare alcune semplici strategie:
- Mantenere un’idratazione regolare e seguire una dieta ricca di alimenti freschi e leggeri, privilegiando frutta e verdura.
- Evitare di uscire durante le ore più calde, prediligendo ambienti ombreggiati o climatizzati.
- Favorire un sonno di qualità, utilizzando ventilatori o condizionatori.
- Limitare il consumo di caffeina e alcol, che peggiorano la disidratazione.
- Consultare uno specialista in caso di peggioramento dello stato emotivo.
Impatto del caldo anche su capacità cognitive e comportamenti aggressivi
Oltre ai disturbi d’ansia e dell’umore, il caldo estremo influenza negativamente la capacità cognitiva e il controllo comportamentale. Studi recenti dimostrano come lo stress termico possa danneggiare aree cerebrali coinvolte nella risoluzione di compiti complessi, riducendo l’efficienza nel ragionamento e il tempo di reazione.
Le alte temperature alterano inoltre l’equilibrio neurochimico cerebrale: aumentano l’attività del glutammato, un neurotrasmettitore eccitatorio, e riducono quella del GABA, mediatore chimico che favorisce rilassatezza. Questo squilibrio è associato a un aumento dell’aggressività e della impulsività, fenomeni che si riflettono in un incremento dei comportamenti violenti e delle tensioni sociali durante i mesi estivi.