
La tassa sui rifiuti - (centrostudifinanza.it)
Nel 2025, molte novità interessano la Tari, la tassa comunale destinata a finanziare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato nuove “linee guida” che offrono ai Comuni strumenti più precisi per definire l’importo dovuto e fissare le scadenze di pagamento per ciò che concerne la TARI, la tassa sui rifiuti. Vediamo insieme cosa cambia, chi deve pagare e quali accorgimenti adottare per evitare sanzioni.
Il principale aggiornamento riguarda il calcolo della tassa. Fino al 2024, ogni Comune definiva le tariffe sulla base della stima dei costi del servizio. Nel 2025 entra in gioco il concetto di “fabbisogno standard”: una stima più accurata tramite la moltiplicazione del costo standard per tonnellata di rifiuti per la quantità prevista. L’obiettivo è ottenere importi più corrispondenti ai reali costi di gestione. Con queste indicazioni, dovresti evitare spiacevoli sorprese e gestire al meglio i tuoi obblighi con la Tari 2025.
TARI: le scadenze
La Tari non ha una scadenza nazionale unica. I Comuni stabiliscono autonomamente il calendario, purché rispettino alcune condizioni. Devono prevedere almeno due rate (acconto e saldo). La rata finale deve cadere dopo il 30 novembre. In media, gli acconti cadono tra aprile e luglio, mentre il saldo arriva a fine anno. Ci sono enti che prevedono tre o quattro rate, o consentono il pagamento in unica soluzione.

In molti Comuni la prima rata scade tra fine aprile e metà giugno. Nel 2025, Roma ha spostato la prima rata al 31 maggio, con saldo a inizio dicembre. Alcuni Comuni hanno fissato due rate: 30 settembre e 2 dicembre.
Sono tenuti al versamento tutti coloro che detengono o occupano un immobile suscettibile di produrre rifiuti urbani. Nelle abitazioni, il debito grava sull’utilizzatore: per esempio, in caso di locazione la Tari è a carico dell’inquilino se presente un contratto superiore a sei mesi; per locazioni brevi rimane in capo al proprietario. La Tari è una tassa non autoliquidata, ossia il Comune invia la cartella, solitamente mediante bollettini precompilati in modello F24.
In caso di mancato pagamento, il Comune invia prima un avviso bonario, poi può procedere con cartelle esattoriali applicando sanzioni e interessi. Il servizio di raccolta non può essere rifiutato, ma in casi estremi le conseguenze possono essere molto spiacevoli. Pignoramento dei beni del debitore, fermo amministrativo e ipoteca sull’immobile. La Tari si prescrive dopo 5 anni dalla scadenza, a meno che l’ente non avvii atti interruttivi (avvisi, cartelle), che fanno partire un nuovo conteggio.