
Un nuovo bonus - (centrostudifinanza.it)
Sarà erogato a circa 533mila famiglie in attesa del rinnovo Adi, garantendo continuità economica e semplificazioni nelle procedure
L’Assegno di inclusione (Adi), strumento introdotto dal governo a partire dal 1° gennaio 2024 per sostituire il Reddito di cittadinanza e supportare le famiglie in condizioni di povertà e fragilità sociale, prevede ora un’importante novità: un bonus ponte da 500 euro destinato ai beneficiari che, dopo aver fruito per 18 mesi consecutivi del sostegno, si trovano nella sospensione obbligatoria di un mese prima del rinnovo del sussidio.
Questa misura è stata formalizzata attraverso un emendamento al decreto Ilva, attualmente all’esame del Senato per la conversione in legge.
Il bonus ponte: come funziona e a chi spetta
Il contributo straordinario, di importo massimo pari a 500 euro, sarà erogato eccezionalmente nel 2025 e versato con la prima mensilità del rinnovo dell’Adi, che può essere richiesto per un ulteriore anno dopo il primo periodo di 18 mesi di fruizione continuativa. Tuttavia, nel mese di sospensione tra la fine del primo periodo e l’avvio del rinnovo, il sussidio non verrà erogato: proprio per questo è stato previsto il bonus “ponte” per mitigare l’impatto economico su circa 533mila nuclei familiari stimati.

L’Assegno di inclusione è rivolto ai nuclei familiari che soddisfano specifici requisiti di cittadinanza, residenza e condizioni economiche. In particolare, la legge di Bilancio 2025 ha innalzato alcune soglie fondamentali per l’accesso all’Adi, ampliando così leggermente la platea dei potenziali beneficiari. Tra le principali novità:
- la soglia ISEE è stata elevata da 9.360 euro a 10.140 euro;
- il reddito familiare massimo è aumentato da 6.000 a 6.500 euro annui, con soglie più alte (8.190 euro) per nuclei con componenti anziani (67 anni o più) o con disabilità grave;
- per le famiglie in affitto, la soglia reddituale arriva a 10.140 euro, con un incremento proporzionale anche per l’integrazione del reddito legata al canone di locazione.
Per il rinnovo dell’Adi, che può essere richiesto dopo la sospensione obbligatoria di un mese al termine dei primi 18 mesi di erogazione, è necessario presentare all’INPS la domanda utilizzando lo stesso modulo adottato in precedenza. L’iter può essere completato online con accesso tramite SPID, Carta d’identità elettronica (CIE), CNS o eIDAS, o con il supporto di patronati e CAF. Se la domanda viene accolta, il beneficio viene erogato a partire dal mese successivo.
Per le famiglie che non hanno subito variazioni nei requisiti o nella composizione del nucleo, l’INPS ha previsto semplificazioni procedurali: non sarà necessaria una nuova iscrizione al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl) né la sottoscrizione di un nuovo Patto di attivazione digitale (PAD).
Dal suo avvio, l’Adi ha raggiunto circa 766mila nuclei familiari nel 2024, coinvolgendo oltre 1,8 milioni di persone, con un importo medio mensile erogato intorno ai 617 euro. Tuttavia, nel primo trimestre 2025, il numero dei percettori è diminuito a circa 672mila famiglie, riflettendo i criteri di accesso più restrittivi rispetto al precedente Reddito di cittadinanza, la cui platea superava 1,3 milioni di nuclei al picco massimo.
Nonostante la riduzione dei beneficiari, le condizioni di povertà assoluta e rischio esclusione sociale restano un’emergenza per il Paese. L’Istat ha segnalato che nel 2023 oltre 2,2 milioni di famiglie vivevano in povertà assoluta, mentre nel 2024 il 23,1% della popolazione si trovava a rischio povertà o esclusione sociale.