
Scatta l’ora X, chi parte adesso spende la metà - centrostudifinanza.it
Boom di prenotazioni all’ultimo minuto: il 37% dei viaggiatori europei sceglie mete e date con poco anticipo, spinto da ferie impreviste, voglia di risparmiare o semplice desiderio di fuga dalla routine.
Il viaggio last minute non è più un’alternativa d’emergenza, ma una scelta consapevole che si sta consolidando tra i comportamenti dei turisti europei. A confermarlo è un’indagine realizzata da WeRoad, realtà che organizza viaggi di gruppo e aggrega una vasta community internazionale. L’analisi, condotta su 1.500 partecipanti tra Italia, Spagna, Francia, Regno Unito e Germania, evidenzia una trasformazione nei tempi di prenotazione: il 37% degli intervistati dichiara di organizzarsi con pochissimo anticipo.
Le motivazioni variano: chi non ha certezze sul calendario delle ferie, chi rincorre le offerte migliori, chi invece cerca un’occasione per staccare senza pianificazioni rigide. Questo approccio fluido al viaggio sembra rispondere meglio alle esigenze di una quotidianità frammentata e spesso imprevedibile.
Perché si viaggia all’ultimo: flessibilità e desiderio di fuga
Il comportamento dei viaggiatori last minute riflette una maggiore apertura all’imprevisto. Secondo l’indagine, il 23% sceglie di prenotare tardi per via delle ferie non programmate, mentre un altro 20% si considera un vero e proprio cacciatore di offerte, pronto ad approfittare di sconti o promozioni improvvise.
Ma non c’è solo una logica economica. Un altro 20% dichiara di voler rompere la routine con un viaggio improvvisato, quasi come se fosse una reazione istintiva alla monotonia. È un bisogno emotivo, quello di scappare per qualche giorno, che sembra accomunare molti giovani europei.

Le tempistiche di prenotazione raccontano bene questa flessibilità: il 51% si organizza tra le 2 e le 3 settimane prima, il 25% una o due settimane prima, mentre il 10% decide addirittura il giorno prima della partenza.
Un comportamento che premia chi è disposto a rischiare, ma anche chi riesce ad adattarsi a ciò che trova, tra orari, destinazioni disponibili e budget limitati. In questo contesto, la programmazione cede il passo alla prontezza di cogliere l’occasione.
Mete, durata e offerte: come si trasforma il turismo europeo
Tra le mete preferite, spiccano quelle soleggiate e vicine: il 35% sceglie luoghi con clima mite, il 29% punta su destinazioni raggiungibili in meno di quattro ore. L’Europa resta centrale, con il 26% che opta per paesi UE e un buon 11% che sceglie di rimanere in Italia, segno di una ritrovata attenzione verso le bellezze locali.
La durata dei soggiorni si allinea a uno stile di vita frenetico. Il 42% resta una settimana, il 35% preferisce un weekend lungo, mentre solo una piccola parte, meno del 10%, si concede vacanze oltre i 10 giorni.
Le compagnie low cost giocano un ruolo chiave. Le cosiddette flash sale – offerte lampo lanciate da operatori come Ryanair, Wizzair ed EasyJet – permettono a chi è libero di partire subito di viaggiare con poche decine di euro.
Questa dinamica ha un impatto diretto anche sul settore turistico: stimola l’occupazione dei posti invenduti, favorisce la destagionalizzazione e apre opportunità anche per chi non può permettersi lunghe ferie o non può pianificare con largo anticipo.
Il last minute si impone quindi come modalità diffusa, non più circoscritta a chi si è “dimenticato di prenotare”. È una forma di viaggio che riflette il presente: più fluido, reattivo e libero da schemi rigidi. Chi parte all’improvviso, spesso lo fa per vivere il momento. E oggi, non a caso, questa è una delle poche certezze che molti riescono a concedersi.