
Si è aperto un buco sul Sole, di cosa si tratta - centrostudifinanza.it
L’attenzione resta alta per eventuali sviluppi futuri, con gli strumenti della NASA e di altre agenzie spaziali pronti a fornire dati aggiornati.
Un fenomeno solare di grande rilievo sta attirando l’attenzione della comunità scientifica internazionale: si è infatti aperto un enorme buco coronale sulla superficie del Sole, che ha raggiunto dimensioni pari a circa un milione di chilometri.
Questo evento, osservato inizialmente a febbraio e che si è esteso nel corso delle rotazioni solari successive, interessa principalmente la porzione meridionale della nostra stella. Gli esperti sottolineano come tale fenomeno possa influenzare l’ambiente spaziale vicino alla Terra, generando tempeste geomagnetiche di media entità.
Il buco coronale: caratteristiche e formazione
Un buco coronale è una regione dell’atmosfera solare esterna – la corona – caratterizzata da un’apertura delle linee di campo magnetico. A differenza delle normali zone solari dove le linee di campo si chiudono e confinano il plasma, in un buco coronale queste linee si estendono nello spazio, consentendo al vento solare di fuoriuscire con maggiore intensità.
Questo flusso di particelle cariche, se diretto verso la Terra, può interagire con il campo magnetico terrestre e dare origine a fenomeni quali le aurore polari e, in casi più intensi, a disturbi nelle reti elettriche e nei satelliti artificiali.
L’osservazione del buco coronale è stata possibile grazie al Solar Dynamics Observatory, il telescopio spaziale della NASA che monitora costantemente il Sole in lunghezze d’onda dell’estremo ultravioletto.

Questo tipo di osservazione permette di visualizzare la corona, dove le temperature raggiungono valori dell’ordine del milione di gradi. Il buco appare come una zona più scura rispetto alle aree circostanti, dovuto a una densità e temperatura inferiori, pur mantenendo condizioni termiche estremamente elevate.
Impatto sulla Terra e previsioni
Secondo le analisi di spaceweather.com, le particelle provenienti dal buco coronale potrebbero provocare tempeste geomagnetiche di classe G1 tra il 20 e il 22 maggio 2025. Sebbene queste tempeste siano considerate lievi rispetto a quelle più gravi di classe G5, possono comunque causare leggere fluttuazioni nelle reti elettriche e influenzare marginalmente il funzionamento dei satelliti in orbita. Inoltre, le aurore potrebbero essere visibili a latitudini più basse del normale, anche se non è previsto che si manifestino in gran parte del territorio italiano.
Gli esperti rassicurano che, nonostante le dimensioni eccezionali del buco coronale che copre quasi tutta la porzione meridionale del Sole, questo fenomeno non rappresenta una minaccia significativa per le infrastrutture terrestri. Risulta infatti meno energetico rispetto alle espulsioni di massa coronale, eventi solari più violenti che possono provocare danni più importanti.
Fenomeni solari e osservazioni recenti
Il buco coronale in questione non è un evento isolato: è stato registrato per la prima volta a febbraio e si è ripresentato ciclicamente, sopravvivendo a ogni rotazione della superficie solare e ampliandosi progressivamente. Questo tipo di attività solare è monitorata con attenzione perché fornisce informazioni preziose sulle dinamiche del Sole e sulle possibili interazioni con la Terra.
Le aurore generate da tali eventi solari sono state uno spettacolo visibile anche in Italia lo scorso anno, soprattutto nei mesi di maggio e ottobre 2024, quando tempeste geomagnetiche di intensità maggiore hanno illuminato i cieli notturni con colori intensi e suggestivi. Questi fenomeni rappresentano non solo un’importante area di studio scientifico, ma anche un’occasione di grande fascino per gli appassionati di astronomia e per il pubblico generale.