Spunti di contabilità

Tipologie di conti: analitici, sintetici, monofase, bifase, descrittivi e sinottici

Il conto è il primo elemento di una rilevazione. Lo possiamo definire un insieme di scritture atte a fornirci la misura di un determinato oggetto

La loro classificazione

Il conto può assumere, secondo i diversi criteri di classificazione, le vesti più disparate. Parliamo così di conti analitici o sintetici secondo il modo più o meno dettagliato con cui misuriamo la loro entità. Va da sé che più conti analitici formano un conto sintetico. Il criterio di raggruppamento deve essere quello della omogeneità. Così i saldi dei conti intestati analiticamente alle varie banche confluiranno nel conto sintetico Banche c/c. Quelli intestati ai vari clienti (coi nomi dei soggetti) vanno a far parte del conto sintetico crediti v/clienti. Anche quelli dei singoli fornitori si compatteranno nel conto debiti v/fornitori e via dicendo.

Se invece, dei conti, vogliamo capire il contenuto, noteremo che essi si dividono in monofase, che abitualmente funzionano ad una sezione (dare o avere) e in bifase, che in maniera più classica si esprimono in due sezioni (dare e avere). Esempi dei primi possono essere i conti accesi agli acquisti, alle vendite, agli interessi passivi bancari; per i secondi citiamo la cassa, la banca, i debiti, i crediti e così via. Noteremo, come loro caratteristica, che i “monofase” vengono generalmente usati per rilevare i conti di reddito (acquisti, vendite) gli altri ci servono quasi sempre per i conti patrimoniali (appunto cassa, banche, clienti e fornitori).

Se ne consideriamo la forma, i conti possono essere a una sezione, due sezioni (quella più usata) od anche a più sezioni in altre particolari rilevazioni. E’ giocoforza che quelli a una sezione, proprio perché fatti di una sola colonna, esprimeranno un saldo per ogni operazione che andiamo a rilevare: parliamo della forma scalare, tipica degli estratti conto bancari. I conti a due sezioni possono essere a sezioni divise o accostate.

Esempio di conto a sezioni divise
Descrizione Entrate Descrizione Uscite

 

Esempio di conto a sezioni accostate
Descrizione Entrate Uscite

 

I conti possono anche distinguersi in descrittivi e sinottici in rapporto al tipo di informazione che ci offrono. Nei primi si riscontrano molti più “indizi” quali: data e descrizione della rilevazione, collegamenti con altri tipi di scritture che utilizzeremo per una chiarezza ulteriore dell’operazione. I secondi sono molto più scarni di dati.

Ricordiamo in ultimo che le entità rilevate in un conto possono essere sia monetarie che fisiche; queste ultime sono di valido aiuto nella redazione dell’inventario quando espresso per quantità, ma anche per le “schede magazzino” o per rilevare le merci in un eventuale conto deposito, o per evidenziare le quantità di “scorta minima”.

Il “gergo” dei conti – termini tecnici appropriati

“Accendere” un conto significa aprire un conto per   seguire l’evolversi di un nuovo oggetto che intanto andiamo ad intitolare: crediti v/ clienti o in modo più semplice, clienti, debiti v/fornitori o in breve fornitori, merci c/acquisti o merci c/vendite, anche acquisti e vendite, banche o banche c/c. Ai cosiddetti partitari, in cui si suddividono perlopiù i clienti e i fornitori, daremo un nome ed un cognome nel caso di persona fisica o una ragione sociale nel caso di una persona giuridica. Per i sottoconti propriamente detti ci può essere utile un riferimento al gruppo di provenienza (conto di mastro) esempio:

Sottoconti                         mastro

Merce A c/acquisti                 
Merce B c/acquisti         per Merci c/acquisti
Merce C c/acquisti.

Le due sezioni del conto si chiamano per convenzione dare e avere (a sinistra il dare) ma secondo il tipo di rilevazioni esse sono denominate entrate e uscite, attività e passività, costi e ricavi, oneri e proventi, perdite e profitti.

I termini addebito e accredito identificano rispettivamente l’utilizzo della sezione dare o di quella avere di un dato conto.

Il saldo di un conto si determina raffrontandone i totali delle due sezioni e viene trascritto nella colonna che mostra un totale minore così da realizzare il principio base della quadratura o del pareggio: ne conseguono il saldo dare e il saldo avere. Uno dei saldi più importanti di tutta la materia è quello espresso dal conto economico (o profitti e perdite) alla fine dell’esercizio. Si tratterà di utile nel caso in cui i ricavi superino i costi; rileveremo una perdita nel caso inverso (costi > ricavi).

Chiudiamo l’elenco dei termini tecnici parlando del conto spento, una condizione che si verifica quando il saldo è pari a zero: viene quindi ad esaurirsi l’oggetto del conto.

Pasquale Alfano

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Pasquale Alfano

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