
Le auto che non potranno più circolare a ottobre - centrostudifinanza.it
Blocco auto dal primo ottobre 2025: bisogna sostituire la macchina. Ecco esattamente cosa succederà: scopriamo tutti i dettagli.
Sta creando grande fermento e incertezza tra gli automobilisti la decisione di vietare la circolazione delle auto diesel Euro 5 a partire dal primo ottobre 2025. Un provvedimento che interesserà in modo significativo le città del Nord Italia con più di 30.000 abitanti, colpendo un parco auto ancora molto diffuso e non considerato “vecchio” da molti conducenti. In parallelo, il governo sta predisponendo nuovi incentivi per la rottamazione e l’acquisto di veicoli meno inquinanti, con l’obiettivo di agevolare il passaggio a mezzi più sostenibili.
Divieto di circolazione per le auto diesel Euro 5: ambito e limitazioni
Il blocco riguarda le auto a gasolio omologate Euro 5, immatricolate tra il 2011 e il 2015, che non potranno più circolare nelle giornate feriali dal lunedì al venerdì, in un orario indicativo che va dalle 8:00 alle 18:30. Questo divieto interesserà le regioni del Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, in particolare nelle città con oltre 30.000 abitanti.
Lo standard Euro 5, introdotto nel 2009 e sostituito dall’Euro 6 nel 2014, ha rappresentato un importante passo avanti nella riduzione delle emissioni inquinanti da motori diesel e benzina, limitando sostanze nocive come monossido di carbonio, idrocarburi, ossidi di azoto e particolato. Tuttavia, nonostante il livello di emissioni più basso rispetto agli standard precedenti, le auto Euro 5 diesel sono ora considerate insufficienti per raggiungere gli obiettivi ambientali fissati a livello europeo e nazionale.
Il divieto non riguarda i giorni festivi e le giornate non lavorative, ma si prevede che provocherà disagi a molti automobilisti, soprattutto a chi non ha le risorse economiche per sostituire il proprio veicolo. Questo spiega la crescente attenzione verso gli incentivi che potrebbero essere messi a disposizione per facilitare la transizione verso auto più pulite.

Il governo italiano sta lavorando a un pacchetto di incentivi auto mirati esclusivamente all’acquisto di veicoli elettrici, con l’obiettivo di favorire il ricambio del parco auto e ridurre l’impatto ambientale. Secondo fonti vicine al dossier, il piano mira a svecchiare circa 39.000 veicoli fortemente inquinanti entro il 30 giugno 2026, con un investimento significativo per rendere gli incentivi appetibili e raggiungere risultati concreti.
Gli incentivi saranno legati all’ISEE del richiedente, con importi differenziati per fascia di reddito familiare:
– 11.000 euro per chi ha un ISEE inferiore a 30.000 euro;
– 9.000 euro per chi ha un ISEE compreso tra 30.000 e 40.000 euro.
Questa modulazione è pensata per offrire un sostegno maggiore alle famiglie con minori disponibilità economiche, facilitando così l’accesso a veicoli elettrici e meno inquinanti. L’incentivo sarà subordinato alla rottamazione di un veicolo usato, ma resta ancora da chiarire se le auto diesel Euro 5 saranno incluse tra i mezzi rottamabili o se il bonus riguarderà esclusivamente vetture fino a Euro 3.
Prospettive politiche e aspetti tecnici del provvedimento
Sul fronte politico, la questione del blocco alle Euro 5 ha già suscitato diverse reazioni. La Lega ha presentato mozioni volte a richiedere un rinvio o una modifica del divieto, evidenziando le difficoltà per molti cittadini e le criticità legate alla tempistica. Nel frattempo, il governo procede con l’iter di approvazione degli incentivi, con il via libera della Commissione Europea che indica un avanzamento concreto della normativa.
Dal punto di vista tecnico, è opportuno ricordare che le norme Euro 5, introdotte nel 2009, hanno imposto limiti rigorosi a emissioni di CO, HC, NOx e particolato, con differenze tra le versioni Euro 5a e 5b in vigore fino al 2014. Questi standard hanno contribuito a migliorare la qualità dell’aria rispetto alle categorie precedenti, ma non sono più ritenuti sufficienti per i parametri ambientali attuali.