
Il Machu Picchu d'Europa: il sito incredibile poco conosciuto - Centrostudifinanza.it
In pochi conoscono questo sito, eppure è considerato il Machu Picchu d’Europa: dove si trova e come visitarlo.
Immerso nelle alture dei Rodopi orientali, a 470 metri di altitudine, si trova un luogo che affascina da oltre ottomila anni: Perperikon, un sito archeologico che si estende su più di cinque chilometri quadrati e che rappresenta il più grande complesso megalitico dei Balcani, nonché uno dei centri religiosi più antichi d’Europa.
Spesso definito il Machu Picchu europeo, Perperikon è una testimonianza straordinaria del legame tra uomo, natura e spiritualità.
Il cuore spirituale della Tracia antica
La scoperta moderna di Perperikon risale agli anni tra il 1979 e il 1982, ma è solo all’inizio del XXI secolo che gli scavi condotti dal professor Nikolay Ovcharov hanno rivelato la vera natura del sito. Inizialmente scambiato per una fortezza medievale, Perperikon si è rivelato essere la sede di un’antica città tracia e, soprattutto, il luogo di uno dei più importanti oracoli del mondo antico. Le fonti storiche descrivono un tempio dedicato a Dioniso tra le montagne della Tracia, secondo per importanza solo all’oracolo di Apollo a Delfi. Erodoto stesso menzionava questo santuario, mentre autori romani come Svetonio raccontavano di profezie che avrebbero influenzato le sorti di imperi e conquistatori.
Secondo la tradizione, fu proprio a Perperikon che Alessandro Magno, nel 334 a.C., ricevette la profezia della sua futura conquista dell’impero persiano, mentre Gaio Ottavio, futuro imperatore Augusto, consultò l’oracolo prima dell’ascesa dell’Impero Romano. Il rituale profetico era unico nel suo genere: si versava vino sull’altare e l’altezza della fiamma che ne derivava indicava la risposta divina. Questo rituale simbolico univa il vino e il fuoco, elementi sacri legati a Dioniso, dio dell’estasi e della vinificazione. Non è un caso che intorno a Perperikon siano state trovate migliaia di vasche scavate nella roccia per la produzione vinicola, accompagnate da una complessa rete di canalizzazioni, a testimonianza dell’importanza sacra del vino in questa cultura.
La vita a Perperikon ha radici antichissime: già nel VI millennio a.C. gli uomini depositavano frammenti di ceramica nelle fessure della roccia come offerte agli dei. Durante l’età del bronzo, tra il XVIII e il XII secolo a.C., iniziarono a essere scolpite nicchie, altari e bacini direttamente nella pietra. Nel tempo, attorno al santuario si sviluppò un grande insediamento rupestre, con un’acropoli fortificata, un palazzo monumentale e quartieri residenziali sui versanti della collina. Il complesso palaziale è tra le costruzioni più imponenti: una struttura labirintica composta da oltre 50 stanze, corridoi e scale. Nel cuore si trova una sala cerimoniale con un altare circolare di due metri di diametro, scolpito nella roccia viva, dove si conserva ancora un trono monumentale.

Questa sala, con almeno due piani, rappresenta uno dei luoghi più evocativi di Perperikon, meta di visite e fotografie. Con la conquista romana della Tracia nel 46 d.C., il sito visse una nuova epoca di splendore. Le fortificazioni furono rafforzate e il santuario si trasformò in una vera città. Quando l’impero adottò il cristianesimo, i templi pagani vennero convertiti in chiese, e resti di una basilica paleocristiana sono ancora visibili nel sito, mentre una replica del suo pulpito marmoreo è custodita nel Museo di Storia di Kardzhali. Nel Medioevo, Perperikon mantenne grande importanza strategica e religiosa. Nel 1339, una lettera del Patriarca Ecumenico Giovanni XIV di Costantinopoli indica Perperikon come centro di un vescovato economicamente rilevante, capace di sostenere diocesi in difficoltà, come quella di Filippi.
Ad oggi, si stima che solo il 10% di Perperikon sia stato portato alla luce, il che lascia intuire quanti segreti siano ancora nascosti sotto la roccia. Le campagne di scavo annuali, attive da maggio a novembre, continuano a rivelare nuove scoperte, come due altari pagani recentemente rinvenuti: uno destinato alla produzione sacra del vino, l’altro ai sacrifici animali, entrambi risalenti all’epoca romana e situati nell’area sacra meridionale del sito. Un elemento che affascina i visitatori è l’energia particolare che si percepisce camminando tra queste rovine. Molti locali raccontano di venire a Perperikon per “ricaricare le batterie” trascorrendo la notte sotto il cielo stellato, in un luogo carico di millenni di cerimonie del fuoco e rituali misterici.
Il nome stesso di Perperikon, derivato dall’originale Hyperperakion del periodo medievale, porta con sé un alone di mistero. Può riferirsi al processo di raffinazione dell’oro ad alta temperatura (hyperpyros in greco medievale) o al “fuoco dell’altare”, un legame che rimanda sia alle miniere d’oro locali sia alla funzione sacra del sito. Perperikon si trova a circa 15 chilometri a nord-est di Kardzhali, facilmente raggiungibile con un viaggio in auto di circa tre ore da Sofia o due da Plovdiv. Il sito è aperto da maggio a ottobre, dalle 7:30 alle 20:00, con biglietto d’ingresso che include visite guidate organizzate dal Museo di Storia di Kardzhali. Per una comprensione più approfondita, è consigliabile prenotare una guida che parli italiano o inglese.
Il percorso tra le rocce richiede calzature adeguate, poiché i sentieri sono lastricati ma possono essere scivolosi e il terreno è irregolare. È disponibile un percorso alternativo nella foresta, meno panoramico ma più accessibile per persone con difficoltà motorie. La visita completa dura almeno due ore, ma appassionati di archeologia possono facilmente dedicare mezza giornata per esplorare ogni dettaglio di questo straordinario sito.