
Una delle mete estive low-cost più amate dagli italiani cambia valuta - centrostudifinanza.it
Turismo agevolato, investimenti in crescita e timori per il costo della vita anche qui si pagherà in euro. Ecco cosa cambia davvero per cittadini e viaggiatori.
In Bulgaria, una delle mete europee più amate per i suoi prezzi bassi e le spiagge del Mar Nero, è arrivato il momento del grande cambiamento: dal 1° gennaio 2026, anche qui si pagherà in euro. Addio al lev, addio al cambio valuta. Una notizia che renderà ancora più semplice viaggiare, soprattutto per gli italiani, ma che divide profondamente l’opinione pubblica del Paese.
La decisione, confermata dalle istituzioni europee, arriva quasi vent’anni dopo l’ingresso della Bulgaria nell’UE, avvenuto nel 2007. Il cambio è stato fissato in modo stabile a 1 euro = 1,95583 lev, e garantirà una transizione fluida per cittadini e visitatori. Ma se da una parte i turisti festeggiano, la popolazione si mostra cauta. I vantaggi sono evidenti, ma anche le preoccupazioni per possibili rincari.
Per i turisti sarà tutto più semplice, ma i bulgari temono i rincari
Chi ha già visitato la Bulgaria sa bene quanto la moneta locale potesse creare qualche disagio: cambiavalute, commissioni bancarie, calcoli veloci per capire quanto si sta spendendo. Ora tutto questo sarà solo un ricordo. L’euro verrà accettato ovunque e i viaggiatori europei potranno pianificare le spese senza incertezze. Una semplificazione reale, che potrebbe rendere ancora più appetibili città come Sofia, Plovdiv o le località balneari affacciate sul Mar Nero.

Il governo bulgaro punta anche ad attrarre più investimenti esteri, favoriti da una moneta unica e da un sistema economico più integrato con quello dell’Unione. Alcuni economisti ritengono che l’adozione dell’euro rafforzerà la fiducia dei mercati e darà slancio a settori cruciali, dal turismo ai servizi.
Ma in tutto questo entusiasmo, non mancano le tensioni interne. Secondo recenti sondaggi, oltre metà della popolazione non vede di buon occhio il passaggio alla moneta europea. Le manifestazioni contrarie si sono fatte sentire a Sofia, con proteste di stampo nazionalista e anche episodi di vandalismo contro simboli dell’UE. I timori principali? Una perdita di sovranità e l’aumento dei prezzi sui beni essenziali.
Una sfida economica e sociale che divide il Paese
Il passaggio all’euro non è solo una questione di conti e valuta. Tocca il senso d’identità nazionale, alimenta un dibattito acceso e mette a nudo la distanza tra le fasce più fragili della popolazione e chi guarda con favore all’integrazione europea. Le autorità politiche, in particolare il governo e il presidente della banca centrale, parlano di una riforma necessaria, che allinea il Paese agli standard dell’UE e garantisce maggiore stabilità finanziaria.
D’altro canto, molti cittadini temono un effetto domino simile a quello vissuto da altri Paesi al momento dell’adozione dell’euro: prezzi che aumentano, stipendi che restano fermi, e un generale senso di perdita di controllo. I mercati, invece, sembrano reagire positivamente, con un incremento dell’interesse straniero verso il settore immobiliare e turistico.
Quel che è certo è che il 2026 segnerà una svolta storica per la Bulgaria. Un cambiamento che porterà vantaggi concreti per chi viaggia – italiani compresi – e che potrebbe ridisegnare l’economia nazionale. Ma dietro le cifre e le promesse restano dubbi, proteste e una popolazione divisa, sospesa tra voglia di modernità e timore del futuro.