Il rischio di impresa, oggi, risulta strettamente legato al divenire dei fenomeni che ricadono nella sfera dell’azienda e ai mutevoli rapporti che si instaurano tra l’azienda e l’ambiente in cui essa si trova ad operare. Proprio l’ambiente “esterno” con il suo incessante innovarsi, offre alle aziende la possibilità di espansione e di sviluppo ed è al tempo stesso causa di condizioni di rischio per le diverse aziende che vi operano. Ambiente, oggi, evolutivo, dinamico, caratterizzato da un lato dalla “globalizzazione dell’economia”, dall’altro, dalla “internalizzazione dei mercati”, che hanno prodotto la transazionalità delle imprese che distribuiscono sull’intero globo le proprie produzioni, per segmenti, per prodotto, o per mercati di sbocco, e la concentrazione, attraverso acquisizioni o accordi di imprese già di grandi dimensioni.
Non a caso si parla di New Economy termine che definisce, non solo i nuovi ambiti settoriali di un’azienda, per processi o per prodotti, ma richiama anche, “un differente grado di intersezione tra interno ed esterno d’impresa, tra struttura e ambiente, che ridefinisce rischi e opportunità dell’attività d’impresa”
Nel tentativo poi di ottenere il massimo di compatibilità tra ambiente interno ed esterno, tra la tendenza alla rigidità delle proprie strutture aziendali e la tendenza alla variabilità dell’ambiente, le strategie adottate dall’azienda sono orientate a ridefinire continuamente l’immagine dell’azienda, e gli assetti di competitività sui mercati, e/o i rapporti di collaborazione nell’ambiente in cui l’azienda si muove. La dominanza dell’ambiente, per l’azienda, è intesa come capacità di controllare sia i mercati di sbocco sia quelli di approvvigionamento dei vari fattori produttivi (materie prime, fattore lavoro, fattore capitale) da impiegarsi nella produzione aziendale. E’ evidente che una migliore soluzione nel rapporto “azienda-ambiente” si ottiene da una efficace politica di gestione dei rischi di impresa: “rischi interni ed esterni”, per garantire così una adeguata combinazione tra forze aziendali e quelle ambientali.
La genesi del rischio generale aziendale viene individuata, dalle teorie aziendalistiche, nell’incontro-scontro, tra i caratteri dell’ambiente e i caratteri delle strutture operative e organizzative aziendali.
Il concetto di rischio, in termini aziendali, è un concetto astratto, non quantificabile, e si manifesta globalmente in relazione all’agire complessivo dell’impresa (c.d. rischio generale) ma si identifica anche in termini di analisi dei rischi tra loro correlati. Nell’economia aziendale, “il rischio si identifica nell’alea che l’azienda è costretta a sopportare in seguito al possibile manifestarsi degli eventi che ricadono nella sua orbita”. In definitiva, un rischio di impresa è definito “come l’insieme dei possibili effetti positivi (opportunità) e negativi (minacce) di un evento rischioso sulla situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell’impresa”. Secondo l’AIRMIC (=The Association of Insurance and Risk Managers), “the risk can be defined as the combination of the probability of an event and its consequences”. In all types of undertaking, there is the potential for events and consequences that constitute opportunities for benefit (upside) or threats to success (downside)”[1].
[1] Tratto dal sito internet www.airmic.com, (a cura di) AIRMIC, ALARM, IRM, 2002, A risk management standard, in collaborazione con l’International Organization for Standardization (ISO, v. ISO/IEC Guide 73). Letteralmente significa: “Il rischio può essere definito come la combinazione della probabilità di un evento e le sue conseguenze. In tutti i tipi di aziende, per gli eventi (e conseguenze degli stessi) che si verificano, distinguiamo opportunità per i benefici, o minacce (rischi) per il successo di un’azienda”.