Una proposta di cambiamento per il bilancio UE

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Il bilancio da oltre 50 anni di storia comunitaria è sempre volto a rispettare e rispecchiare i vari processi di integrazione tra gli stati membri.

•    Il bilancio comunitario si basa sul sistema di finanziamento delle risorse proprie, costituito da determinate voci di imposta, quali : i prelievi riscossi sulle importazioni di prodotti agricoli, cioè tutti i prelievi, supplementi, importi supplementari o compensatori, importi o elementi addizionali ed altri diritti fissati dalle istituzioni comunitarie sugli scambi con i paesi non membri, nel quadro della politica agricola comune, nonché i contributi e altri diritti previsti nell’ambito dell’organizzazione comune dei mercati nel settore dello zucchero;
•    i dazi doganali, ossia quelli della tariffa doganale comune e gli altri diritti fissati dalle Comunità sugli scambi con i paesi non membri;
•    i proventi dell’IVA, ottenuti mediante applicazione di un tasso inizialmente pari all’1%; secondo quanto stabilito nel corso del Consiglio europeo di Berlino (24-25 marzo 1999) il suddetto tasso è passato allo 0,75% nel 2002 e allo 0,5% nel 2004;
•    l’ultima risorsa (quarta risorsa), istituita con l’Accordo interistituzionale sulla disciplina di bilancio e il miglioramento della procedura di bilancio del 1988, ha carattere complementare e consiste in contributi versati dagli Stati membri nell’ipotesi in cui le precedenti risorse non risultassero sufficienti a garantire la copertura del bilancio comunitario. Tali contributi vengono calcolati in percentuale sul prodotto nazionale lordo dei singoli Stati membri (si parla, infatti, a questo proposito di “risorsa PNL”), mediante l’applicazione di un’aliquota che ammontava originariamente a 1,15%, passata poi a 1,20% nel 1993 e attualmente fissata – per il periodo 2000-2006 – a 1,27%. Successivamente, nella programmazione finanziaria 2007-2013, questa risorsa è stata ricalcolata, a parità di gettito, nel 1,24% del Reddito Nazionale Lordo degli Stati dell’Unione. Posto che in macroeconomia il Prodotto Nazionale Lordo ed il Reddito Nazionale Lordo indicano la stessa cosa, il passaggio dal 1,27% al 1,24% è derivato dal fatto che la contabilità di riferimento utilizzata per il calcolo dei RNL segue i criteri SEC 95 (Sistema Europeo dei Conti nazionali e regionali), le cui risultanze sono state ritenute più attendibili rispetto a quelle derivanti dalle singole contabilità nazionali.

Si è partiti con la realizzazione di un mercato unico, quindi parliamo di unione doganale , partendo dalla regolamentazione dei prodotti ( marchio CE ), nei tre fattori di produzione intesi come terra, capitale e lavoro.
Il tutto con l’obiettivo primario di snellire i movimenti intra comunitari tra i paesi membri.
Tutto il lavoro svolto offre un altro momento di frutto dei contenuti del trattato di Lisbona firmato  il 13 dicembre scorso.
Possiamo sintetizzare il tutto in questi punti : Semplificazione e coerenza tra i programmi oltre che al potenziamento degli strumenti di attuazione.
Un tasto dolente lo si riscontrano le autorià e gli enti beneficiari di contributi provenienti dai fondi strutturali che adottano strumenti di controllo opprimenti e da un carico burocratico spesso in contraddizione con il principio di semplificazione e quindi di efficacia.
Si ritiene opportuno quindi delineare un quadro generale comune di riferimento che consenta una omogeinazzione della gestione finanziaria dei diversi fondi messi a disposizione dall’EU, chiaramente seguendo i principi di massima trasparenza e chiarezza focalizzandosi prevalentemente sui risultati e il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Questo si traduce con un equilibrio tra gestione centralizzata e decentrata, attualmente il 22 % dei fondi e affidato a livello centrale dalla commissione e il 76% dei fondi è affidato dalla Commissione direttamente agli Stati Membri le restanti risorse vengono invece destinate alle organizzazione internazionali e da paesi terzi.
Le nuove sfide identificate nel trattato di Lisbona, che dopo la fase di ratifica, occorrerà irrobustire /incrementare le dotazioni finanziarie e rapportarle alle nuove e più estese competenze in materia di politica energetica, di politica turistica, infrastrutturale etc etc.
L’attribuizione della personalità giuridica dell’UE permetterà quindi una ben diversa presenza nelle istituzioni internazionali che comporteranno quindi ad una revisione della composizione del bilancio.
Pertanto si ritiene che con l’espansione dell’EU a 27, quindi con l’ingresso di altri paesi la suddivisione dei fondi e delle previsioni di bilancio dovranno fare “I conti “ con l’incremento delle spese di gestione delle pratiche burocratiche che incideranno sul monte totale dei fondi messi a disposizione per I paesi e che quindi sarebbe opportuno tentare di individuare un quadro ben definito con minori restrizioni che consentano quindi di ottenere più risultati concreti ottimizzando le risorse messe a disposizione.